Milo Manara, quali sono le sue opere più famose e importanti?

Vediamo quali sono le opere più famose e importanti di Milo Manara, uno degli autori di fumetti per adulti più conosciuti in Italia

Milo Manara emerge come uno degli autori di fumetti per adulti più distintivi in Italia, noto per le sue figure femminili seducenti che caratterizzano opere di natura erotica e non solo. La sua vasta produzione, tuttavia, si estende ben oltre questo aspetto, spaziando tra vari generi. Dopo una formazione artistica classica, esordisce come disegnatore alla fine degli anni ‘60, inizialmente nel fumetto commerciale e successivamente nel d’autore. Questo periodo coincide con una nuova considerazione del fumetto in Italia, non solo come intrattenimento per ragazzi ma anche come forma d’espressione artistica e culturale. La scelta di Manara di dedicarsi all’illustrazione e al fumetto riflette motivazioni sia economiche che ideologiche e politiche, rappresentando un distacco dalle forme artistiche classiche considerate “borghesi”, in favore di un approccio più popolare ed autonomo, particolarmente influenzato dalle rivolte del ‘68. Ma vediamo quali sono le sue opere più importanti e famose.

Le opere assolutamente da leggere di Milo Manara

Genius. “Genius” segna l’esordio di Manara nel mondo del fumetto. Con una trama di natura erotica e poliziesca, il lavoro ha origini nel fotoromanzo, ma a partire dal 1969 fa il suo ingresso nelle edicole come fumetto, una scelta motivata dalla volontà di contenere i costi di produzione. Si colloca adeguatamente nel panorama del fumetto noir italiano, chiaramente ispirato a testate come Diabolik o Satanik.

Jolanda de Almaviva. “Jolanda de Almaviva” è una serie dal tono erotico/avventuroso pubblicata da Ediperiodici, ambientata in un contesto piratesco e debuttata nell’Ottobre del 1970. Inizialmente ideata da Renzo Barbieri, la serie viene scritta da Roberto Renzi e illustrata da Armando Bonato. Tuttavia, dal numero 13 al 61 (il penultimo della serie composta da 62 albi), Manara prende il posto di Bonato come disegnatore, salvando la testata dall’orlo della chiusura. Nelle pagine di Jolanda, si intravede un Manara ancora in fase di maturazione, ma già riconoscibile per la sua cifra stilistica che caratterizzerà l’intera sua carriera. Oltre alla sua ricerca artistica, la presenza di una componente erotica marcata contribuisce al successo della serie.

Milo Manara durante un evento dedicato alle sue opere
Foto | ANSA/LUCA ZENNARO – Fortenews.it

Fumetti e serie principali di Milo Manara. In pochi anni, Manara fa il salto dal fumetto commerciale e leggero a una serie di opere più significative, aprendo le porte a prestigiose collaborazioni, tra cui spicca quella con Hugo Pratt. L’incontro tra i due maestri segna il debutto di Manara come sceneggiatore, elevando il suo lavoro artistico come strumento per esprimere la sua visione del mondo. Manara si autodefinisce “allievo” di Pratt, amico e autore ammirato, da cui trae preziosi consigli per la sua carriera e a cui rende omaggio nei suoi lavori.

Dai primi anni Ottanta, l’artista collabora con rinomate testate italiane e francesi, tra cui Totem, Comic Art, Skorpio, Corto Maltese, Frigidaire, Metal Hurlant e Pilot. Queste collaborazioni contribuiscono a consolidare la reputazione di Manara come uno degli autori di fumetti più talentuosi a livello internazionale. La sua carriera, ancora in corso poiché continua a lavorare oggi, è stata lunga e produttiva, regalando al pubblico numerosi lavori di alta qualità. Di seguito, un elenco di alcune delle sue opere più apprezzate.

Giuseppe Bergman. Uno dei personaggi più noti di Manara è Giuseppe Bergman, il suo alter ego originariamente creato per la rivista francese di fumetti d’autore “A suivre” all’inizio del 1978. La prima serie di avventure, intitolata “HP e Giuseppe Bergman”, fa riferimento esplicito al suo mentore Hugo Pratt, con HP che rappresenta le iniziali di quest’ultimo. Oltre a questo omaggio, il personaggio è modellato sulle fattezze del Maestro. Due anni dopo, la serie viene pubblicata anche in Italia sul primo numero di “Totem”.

Giuseppe Bergman ritorna frequentemente in altre avventure, formando nel corso degli anni una vera e propria saga del personaggio. Le sue avventure sono organizzate in quattro cicli:

  1. “HP e Giuseppe Bergman”
  2. “Le Avventure Africane di Giuseppe Bergman”
  3. “Sognare forse… (le avventure orientali di Giuseppe Bergman)”
  4. “A riveder le stelle, le avventure metropolitane di Giuseppe Bergman”

Il gioco. Considerata la pietra miliare di Manara, fa il suo debutto nel 1983 su Playman, rivista per adulti dal tono erotico. La serie “Il gioco”, composta da quattro pubblicazioni, segue le vicende di Claudia Cristiani. Una donna di straordinaria bellezza, repressa e distante dai piaceri sessuali, diventa il soggetto di un esperimento per regolare la sua libido, conducendola attraverso situazioni erotiche di vario genere. Le narrazioni all’interno del ciclo “Il gioco” sono quattro e sono sequenzialmente intitolate: “Il gioco”, “Il gioco 2”, “Il gioco 3” e “Il gioco 4”.

Il profumo dell’invisibile. Pubblicato nel 1986, è la prima narrazione in cui Miele è la protagonista. Forse il personaggio più celebre e amato del Maestro, lo ritroveremo nella serie “Candid Camera”. Come in molte altre sue opere, l’idea di sensualità che emerge dalle tavole di Manara è gioiosa, libera e spensierata. Le sue donne hanno forme provocanti e seducenti, ma anche un sorta di candore e ingenuità innocenti, grazie ai quali le scene non risultano mai volgari. In fondo, il messaggio che l’autore desidera trasmettere è proprio quello di vivere la sessualità con gioia e leggerezza, liberandosi dai tabù e dalle repressioni tipiche della società borghese.

Le collaborazioni tra Manara e Hugo Pratt. “Tutto ebbe inizio con un’estate indiana“. Pubblicata sulla rivista Corto Maltese nel 1984, questa opera è frutto di una collaborazione con Hugo Pratt nel ruolo di sceneggiatore. Parzialmente ispirata a “La lettera scarlatta” di Nathaniel Hawthorne, ci offre uno sguardo sul Nord America durante i primi insediamenti e i conflitti tra coloni e nativi americani. Considerato un pilastro della storia del fumetto italiano, il racconto esplora aspetti meno noti e più controversi degli scontri tra queste due culture.

El Gaucho. Una miniserie a fumetti che nasce da una seconda collaborazione, in cui le storie di Hugo Pratt prendono vita sulla carta grazie alla mano di Manara. L’ambientazione è l’Argentina all’inizio del XIX secolo, durante la conquista inglese, e la narrazione mescola eventi storici con le vicende private dei personaggi dell’epoca.

La collaborazione tra Manara e Fellini. Manara e Fellini si incontrano nel 1983, dando vita a un’amicizia fondata su una reciproca ammirazione autentica. Qualche anno dopo, nel 1986, l’artista dà vita all’illustrazione della sceneggiatura di “Viaggio a Tulum”, un film mai realizzato dal regista. Il lavoro viene pubblicato nel 1986 sul Corriere della Sera in sei puntate, successivamente su Corto Maltese nel 1989 e infine diventa un volume unico pubblicato da Rizzoli nel 1990.

Il secondo capitolo della loro collaborazione, “Il viaggio di G. Mastorna detto Fernet” del 1992, subisce una brusca interruzione. Sembrava che il progetto prevedesse la pubblicazione in tre parti, ma, in modo inaspettato, la parola “fine” appare per errore alla fine della prima parte. Fellini, noto per evitare questa parola nei suoi film, interpreta ciò come un cattivo presagio e, per ragioni scaramantiche, decide di porre fine all’intero progetto. Di conseguenza, delle ultime due parti della sceneggiatura rimangono solo pochi schizzi.

Ma qual è lo stile caratteristico di Milo Manara? Il tratto distintivo di Manara si manifesta chiaramente nel suo stile grafico: elegante, dettagliato e caratterizzato da un segno morbido, pulito e sensuale che fonde elementi della tradizione artistica italiana con la narrativa a fumetti occidentale. Con una formazione accademica in pittura presso l’Accademia di Brera, Manara evidenzia un’attenzione minuziosa per i dettagli e una cura maniacale nei suoi lavori. La sua passione per l’arte erotica e il nudo femminile, spesso protagonisti delle sue opere, ha contribuito a consolidare la sua fama. Inoltre, Manara si distingue per l’uso straordinario di prospettive e inquadrature, creando immagini mozzafiato con un impatto visivo notevole. Il suo stile unico si riflette anche nei personaggi, disegnati con linee morbide e curve sensuali, con particolare attenzione ai dettagli del volto e delle espressioni.

Dato l’enorme successo dell’artista, tutte le opere di Milo Manara sono state ristampate molte volte nel corso degli anni, rendendo facile accedere alle sue pubblicazioni a prezzi accessibili. Anche le prime edizioni non hanno un particolare valore, poiché sono state stampate in tirature ampie.

I pezzi che hanno un valore economico o collezionistico più elevato sono pochi e solitamente si tratta di edizioni di pregio, come ad esempio alcune copie autografate o in edizione limitata. Tra queste, i due Glamour Book “Manara” e “Manara 2” pubblicati nel 1984 e nel 1985 da Glamour International Magazine, autografati e in tiratura limitata.

Per quanto riguarda le litografie e le tavole originali, la situazione è diversa. Nel nostro articolo, abbiamo discusso di cosa bisogna considerare per avere un’idea approssimativa del valore di una tavola originale. La forbice di prezzo è ampia, poiché queste opere appartengono al mondo del collezionismo. Per chi desidera possedere un pezzo originale dell’autore, è possibile trovare stampe, pagine sciolte, litografie o piccole tavole per alcune centinaia di euro. Le stime per tavole più ampie o appartenenti a opere celebri si aggirano mediamente intorno a 1500-2000 euro.

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