Slow tourism in Italia: ecco dove andare

Siete amanti dello slow tourism, ma non sapete dove praticarlo in Italia? Ecco i luoghi migliori di cui vi innamorerete sicuramente

Lasciarsi alle spalle la vita frenetica, che spesso ci accompagna anche in vacanza, e intraprendere un viaggio lento, che permette di conoscere, riflettere e sperimentare l’ambiente, l’arte, la cultura, le usanze e le tradizioni dei luoghi ci circondano. È forse questa una buona definizione di slow tourism, il turismo lento, una forma di viaggio e vacanza che sta sempre più prendendo piede, in Italia e non solo. Ma vediamo di cosa si tratta esattamente e dove farlo in Italia.

Cos’è lo slow tourism e tutti i luoghi dove praticarlo nel nostro Paese

Il turismo lento può essere considerata un’alternativa ai frenetici viaggi organizzati, con tappe, orari da rispettare e programmi, che forse permettono di visitare molti posti e luoghi di interesse in poco tempo ma che difficilmente consentono al viaggiatore di coglierne l’essenza e l’anima. Per questo sono sempre di più i turisti che ricercano un tipo di viaggio diverso, in qualche modo più autentico, che permetta loro di vivere a contatto con la natura, con le tradizioni e le usanze per godersi appieno ogni luogo esplorato. Il turista slow, in genere, preferisce visitare luoghi poco affollati e immersi nella cultura locale, per conoscerne le tradizioni, gli usi e costumi.

Slow tourism
Slow tourism | Pixabay @skynesher – Fortenews.it

Questo nuovo modo di vivere l’esperienza del viaggio e delle vacanze ha ottenuto negli anni un sempre più ampio successo, anche grazie a vantaggi che questo modo di viaggiare comporta. Slow tourism significa scoprire i posti meno noti al grande pubblico apprezzandone le qualità e i piccoli dettagli. In altre parole, tramite il turismo lento è possibile vivere un’esperienza di viaggio più immersiva e, se vogliamo, profonda.

Turismo lento significa anche un’altra cosa: la consapevolezza dell’importanza di un viaggio che sia sostenibile. Apprezzare le particolarità di ogni luogo, compreso l’ambiente in cui è immerso, significa rispettarlo. Consumare prodotti locali, a chilometri zero, ad esempio, è un modo per favorire la crescita dell’economia locale, ma anche di salvaguardare l’ambiente. Inoltre, quando si viaggia lentamente si tende a scegliere mezzi di trasporto più sostenibili, come ad esempio il treno o la bicicletta, che consentono anche di godersi i paesaggi e che rispetto ad altri sono più ecocompatibili.

Dove praticare lo slow tourism in Italia

L’Italia è uno di quei paesi che negli ultimi anni ha visto una consistente crescita del turismo lento, questo anche perché molti luoghi che caratterizzano il Belpaese si prestano a essere visitati in maniera “slow”. Parchi naturali, oasi faunistiche, montagne, laghi e città d’arte sono tutti luoghi che possono essere visitati in maniera lenta e sostenibile. Tra i tanti modi per viaggiare in maniera lenta c’è quello del cammino: un modo per immergersi nell’ambiente e nella cultura locale percorrendo uno dei tanti percorsi presenti in Italia. Vediamo quali sono i migliori nel nostro Paese.

Montalcino, Toscana

Antica cantina e prestigioso relais di Sant’Angelo in Colle, a pochi passi da Montalcino e nel cuore della Val d’Orcia, dal lontano 1580 la Tenuta di Argiano preserva la bellezza di questo autentico angolo della Toscana, un rifugio ideale per una pausa lenta, un luogo senza tempo con residenze storiche dal design contemporaneo, una serie di casali con giardini privati e piscina. Valori etici e biodiversità plasmano gli spazi comuni e le camere, come illustrato dall’architetto Scheggi: “il principio fondamentale del design è recuperare, riscoprire, trasformare il materiale di scarto in oggetti di lusso. Travi e travetti diventano comodini, lampade da terra, luci da tavolo, sedie, tavoli e scaffali”. Ad Argiano è possibile esplorare i segreti del celebre Brunello di Montalcino: si attraversano i vigneti dove viene illustrata la pratica agricola rigenerativa, il “modello Argiano”; la visita prosegue nella cantina, dove si osservano le diverse fasi della produzione e nelle cantine storiche che ospitano le grandi botti di invecchiamento dei vini più pregiati, la collezione di annate storiche e la “Teca Tachis”, dedicata al rinomato enologo Giacomo Tachis. L’esperienza si conclude con una degustazione.

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Slow tourism | Pixabay @den-belitsky – Fortenews.it

Parco Naturale Regionale delle Dune Costiere, Puglia

Esteso su una superficie di circa 1.100 ettari per quasi 8 km di dune costiere, dal Pilone fino a Torre Canne, il Parco Naturale Regionale delle Dune Costiere è l’oasi protetta del territorio di Ostuni. Nella zona umida di Fiume Morelli, si può passeggiare tra ponticelli, panchine e sentieri all’interno degli stagni costieri per avvistare diverse specie di uccelli migratori in sosta e ammirare il sistema delle dune sabbiose lungo la costa. Attraversando paesaggi infiniti, i sentieri interni conducono a lame carsiche, grotte un tempo abitate e tipiche masserie come Masseria Narducci, per una degustazione d’olio d’oliva e prelibatezze pugliesi. È una delle molteplici escursioni di turismo slow da non perdere in questa porzione di Puglia, dove la vacanza rappresenta un perfetto connubio tra natura, storia, cultura locale e tradizione culinaria. È anche uno degli itinerari proposti durante un soggiorno presso Canne Bianche Lifestyle Hotel, un lussuoso 5 stelle situato a due passi dal mare e di proprietà della famiglia Mangano, strategicamente posizionato a Torre Canne di Fasano, nel suggestivo territorio del Fasanese, un angolo della regione che conserva ancora la sua autenticità. Varcando la soglia di Canne Bianche, ci si immerge in un’atmosfera rurale pugliese, caratterizzata da luce, calore familiare e antiche tradizioni. Gli spazi luminosi sono dipinti di bianco, arredati con cura in ogni particolare e impreziositi da pezzi di artigianato locale. Situati a metà strada tra Bari e Brindisi, a meno di mezz’ora di distanza da località di interesse come Alberobello, Ostuni e Polignano a Mare, Canne Bianche rappresenta un ritorno al passato, una sorta di viaggio nel tempo immerso nella tranquilla atmosfera di Modugno.

Il Cammino 100 torri, Sardegna

Il clima mite della Sardegna può essere sfruttato da chi ama camminare e non riesce a fermarsi nemmeno in inverno. Una delle vie consigliate è quella del Cammino 100 torri che percorre, senza mai allontanarsi dalla costa, il perimetro di tutta l’isola. L’itinerario, che parte da Cagliari e termina nello stesso capoluogo, è punteggiato da numerose torri che si possono osservare durante il percorso. Il Cammino 100 torri ha una lunghezza totale di 1.284 chilometri ed è suddiviso in 70 tappe e per percorrerle servono dai 45 ai 60 giorni circa. L’itinerario attraversa 60 siti di interesse naturalistico, saline, aree dove di radunano i fenicotteri, miniere e anche città. Il percorso del Cammino 100 Torri si snoda per 400 chilometri sulle spiagge, per 600 su sentieri e per 230 su strade asfaltate. Prima di iniziare l’avventura è utile procurarsi la guida ufficiale realizzata dall’associazione Cammino100torri e il Passaporto del Camminatore. L’itinerario attraversa alcune aree private e il passaggio è consentito solo a chi è in possesso del documento. Questo cammino è aperto tutto l’anno, ma nei periodi invernali alcune strutture ricettive possono essere chiuse è bene quindi organizzare le tappe prima di mettersi in viaggio. Il Cammino 100 torri, visto i suoi 1.284 chilometri di lunghezza, può essere completato anche in più riprese.

La via Lauretana da Assisi a Loreto, Umbria e Marche

La Via Lauretana è un percorso che collega Assisi (Prugia) a di Loreto (Ancona) ed è parte del cammino che nel Medioevo i pellegrini percorrevano da Roma per andare a visitare il Santuario della Santa Casa di Loreto. I viaggiatori possono richiedere la Charta Peregrini Lauretani, o Credenziale del Pellegrino Lauretano, il documento che accompagna il pellegrino lungo il cammino. La credenziale ha lo scopo di documentare la percorrenza delle diverse tappe dell’itinerario, in corrispondenza delle quali va apposto un timbro da parte di un ente ecclesiastico e permette di ricevere il Testimonium, l’attestato dell’avvenuto pellegrinaggio, una volta giunti a Loreto. L’itinerario è lungo circa 150 chilometri e attraversa l’Umbria e le Marche. Le tappe previste sono 7 con una lunghezza media di circa 22 chilometri.

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